Bluetooth: cos’è, come funziona e le differenze (e la sfida) con NFC e Wifi Direct – GNU


Il Bluetooth, seppure possa essere considerato al giorno d’oggi una forma di comunicazione e di trasmissione dati antica e forse superata, è invece uno strumento di largo impiego nella tecnologia moderna (basti pensare che la Playstation 4 può connettere i propri controller alla console proprio grazie alla connessione Bluetooth), smartphone Android largamente compresi. Nonostante sia stato sostituito dalla connessione Internet (WhatsApp, Telegram e via dicendo) nel campo degli scambi di file ed elementi multimediali, il Bluetooth, da oltre 20 anni in circolazione, difficilmente sparirà, anche se dovrà vedersela con due nemici terribilmente agguerriti: NFC e Wifi Direct, che sapranno dargli filo da torcere.

Siete pronti a scoprire tutto ciò che c’è da sapere sul Bluetooth per Android, e non solo?

Una tecnologia vecchia di più di vent’anni – Bluetooth: che cos’è

Il Bluetooth, nonostante sia stato aggiornato alla sua versione 4.1, è una tecnologia in circolazione da più di vent’anni: era infatti il 1994 quando venne per la prima volta portata alla luce un primo abbozzo di una forma di trasmissione dati che sarebbe largamente entrata a fare parte dell’ecosistema digitale moderno, arrivando ad essere uno dei pilastri portanti dell’Internet of Things – una visione del mondo che prevede la connessione costante degli accessori tecnologici (dal telefono alla macchina, sino all’auricolare) tra loro per un maggior e più efficiente rendimento.

 

Il logo di Bluetooth Smart, ultimo ritrovato tecnologico di tale sistema di scambio dati

Il logo di Bluetooth Smart, ultimo ritrovato tecnologico di tale sistema di scambio dati

Il Bluetooth sostanzialmente è una tecnologia per la trasmissione di dati, attraverso onde radio, che consente a due o più dispositivi di connettersi tra loro facendo unicamente uso delle antenne montate al loro interno. Non esiste sostanzialmente limite alla natura di file che possono essere trasmessi: fotografie, documenti, musica e video; il range massimo di un device dotato di Bluetooth non supera solitamente i 100 metri, anche se esistono tre classi distinte di catalogazione in base al raggio d’azione del segnale. La Classe 1, la più potente, arriva sino ai 100 metri; la Classe 2, la più diffusa, agisce unicamente nel raggio di 10 metri; laClasse 3, invece, non supera il singolo metro ed è anche la meno utilizzata, specialmente di recente.

79 frequenze in continuo cambiamento – Bluetooth: come funziona

Come accennato in precedenza, il Bluetooth funziona attraverso l’invio di onde radio: per la precisione vengono utilizzate più di 79 frequenze (o canali) durante l’accoppiamento tra due dispositivi, e ciascuna di queste viaggia su una velocità di 2.45 GHz; nonostante la potenza dispiegata da questa tecnologia, le onde di cui il Bluetooth fa uso sono molto più basse e a corto raggio rispetto a quelle impiegate nel campo della radio, della televisione e dei dispositivi per il supporto vitale, come i pacemaker, per i quali non c’è assolutamente alcun pericolo che possano subire interferenze da parte del sensore Bluetooth di uno smartphone.

Come funziona la tecnologia Bluetooth

Come funziona la tecnologia Bluetooth

Un device può collegarsi tramite la tecnologia Bluetooth sino ad altri sette dispositivi, e il rischio che le frequenze possano sovrapporsi durante la comunicazione è totalmente escluso:ciascun device sceglie uno dei 79 canali e se quello inizialmente selezionato viene trovato occupato, passa a quello successivo. Ogni dispositivo poi cambia continuamente frequenza, almeno mille volte al secondo, proprio per scongiurare alcun rischio di interferenza reciproca con altri apparecchi elettronici e digitali.

Quando poi due o più smartphone (od altre attrezzature che facciano uso del Bluetooth) si connettono tra loro per lo scambio di file ed informazioni assumono la forma di un sistema denominato piconet, al quale qualsiasi dispositivo può collegarsi o scollegarsi in ogni momento. All’interno del piconet esistono dei ruoli ben definiti: il dispositivo che possiede il controllo del network prende il nome di Master, mentre gli altri device che sottostanno alle sue regole vengono denominati Servi.

Il Bluetooth è davvero sicuro? – Bluetooth: i rischi e le sicurezze

Si tratta di un interrogativo che si tende a porsi meno frequentemente rispetto al Wifi, ma è lecito chiedersi se sia davvero sicuro trasmettere dati attraverso la tecnologia Bluetooth: quali sono i rischi che si corrono, e cosa propone il Bluetooth per contrastarli?

Come avviene il bluebugging

Come avviene il bluebugging

A differenza del Wifi, che possiede un raggio d’azione ben più ampio, il Bluetooth è più sicuro; ciononostante nei luoghi pubblici (e molto più difficilmente anche all’interno di locali poco affollati) è possibile che qualche malintenzionato possa prendere possesso del vostro deviceattraverso questa tecnologia con un’azione comunemente definita bluebugging, mentre ilbluejacking viene utilizzato per identificare l’invio non autorizzato di file ed informazioni ad un dispositivo, spesso con fini di spamming e promozione pubblicitaria invasiva. Infine un hacker professionista potrebbe servirsi del bluesnarfing per scaricare sul proprio smartphone contenuti provenienti dal vostro device, senza naturalmente aver chiesto prima alcun permesso.

Tutte le connessioni Bluetooth, alla pari di quelle wireless, sono crittografate, e questo previene, almeno in parte, dal rischio di intercettazione; ciononostante è possibile aumentare la sicurezza dei propri dati con la restrizione della connessione del proprio smartphone ad alcuni dispositivi selezionati (un livello precauzionale definito device-level security), oppure autorizzare solamente un certo numero di operazioni attuabili nel momento in cui questo si connetta ad un altro dispositivo Bluetooth (sistema di protezione chiamato service-level security).

Troppo corto, troppo lungo – Bluetooth: la sfida tra Bluetooth ed NFC

Abbiamo già parlato di NFC in QUESTA Guida per Nuovi Utenti sull’argomento, e quindi ci pare alquanto superfluo spiegare nei dettagli di che cosa si tratti; per riassumere in linea generale il metodo d’approccio di questa tecnologia, l’NFC (Near Field Communication) consente lo scambio rapido, quasi istantaneo d’informazioni tra due dispositivi dotati dell’apposito sensore. Secondo le parole di Paola Hunter, Direttore Esecutivo dell’NFC Forum, tale tecnologia è particolarmente utile per compiere azioni che l’utente desidera svolgere velocemente e facilmente a corto raggio, e può essere impiegata nella sanità, nei pagamenti, nel settore dei trasporti e della gestione di carte premio e fedeltà.

L’NFC è utile per scambi a corto raggio

L’NFC è utile per scambi a corto raggio

Nonostante quindi possano sembrare due metodi molto simili di trasmissione dati tra dispositivi, in realtà difficilmente NFC e Bluetooth potranno entrare realmente in competizione: mentre la prima non supera i 4 centimetri di raggio, la seconda può giungere sino a 100 metri, e la stessa analogia può essere compiuta sulle quantità d’informazioni che è possibile scambiare. L’NFC attualmente è presente negli smartphone in quanto sensore, ma non è praticamente utilizzato a causa della mancanza di tecnologie che attualmente ne facciano un impiego; ciononostante esistono in commercio gli NFC Tags, ossia piccoli sensori programmabili che, se posti in punti strategici della vostra abitazione o automobile, consentono di avviare in automatico azioni nel telefono. Presto poi verranno introdotti metodi di pagamento che sfrutteranno il sensore NFC, primo fra tutti Android Pay.

Su Android esiste poi l’Android Beam, un sistema di trasmissione dati wireless che appunto fa uso dell’NFC; in realtà il sensore NFC viene utilizzato per identificare più velocemente il device con il quale si vuole compiere l’operazione e attivare in automatico il Bluetooth, che svolge la parte più importante dello scambio.

Uno scontro diretto – Bluetooth: la sfida tra Bluetooth e Wifi Direct

La tecnologia Wifi Direct è di gran lunga dall’essere conosciuta dall’utenza Android e più in generale dalla grande massa dei consumatori, dato che si tratta ancora di un sistema di scambio dati in via di sviluppo e diffusione; ciononostante, sentendo le parole di Tina Hanzlik, Senior Marketing Manager della Wifi Alliance, il Wifi Direct permette di compiere numerose operazioni tra due device in maniera di gran lunga più rapida e potente del Bluetooth, tra cui la sincronizzazione, la trasmissione di dati e file, la stampa, la visualizzazione di video o la riproduzione di audio e via discorrendo.

Il Wifi direct sostituirà il Bluetooth?

Il Wifi direct sostituirà il Bluetooth?

Il Wifi Direct differisce dal Wifi tradizionale per via del fatto che il primo può agire anche in assenza di un tradizionale Hotspot Wifi grazie al P2P, connettendo tra loro due o più device; ciononostante un dispositivo dotato di Wifi Direct può collegarsi a tutti i sistemi Wifi o che facciano uso del wireless, permettendo non solo all’utente, ma anche ai suoi familiari ed amici sfuttare tale tecnologia.

Quali sono dunque le differenze tra Bluetooth e Wifi Direct? Primariamente il Wifi Direct consente uno scambio molto più rapido e potente: mentre il primo si attesta su una media di 24 Mbps, il secondo raggiunge sino i 250 Mbps, anche se naturalmente tanta potenza ha un costo. Il Wifi Direct infatti consuma molta più energia del sistema BLO (Bluetooth Low Energy), ed attualmente solo 4000 dispositivi sono stati certificati come Wifi Direct, essendo ancora il Bluetooth la forma preferita di comunicazione. Ma non è ancora detta l’ultima parola.

Un futuro certamente incerto – Bluetooth: il futuro della tecnologia

Il Bluetooth verrà sostituito? È difficile dirlo: nonostante la sfida con il Wifi Direct possa sembrare ancora lontana e il Bluetooth abbia lanciato nel’ultimo anno Bluetooth Smart, ossia una nuova forma di scambio dati più leggera, flessibile, molto meno avida di energia e per questo applicabile in qualunque campo e settore, i concorrenti non mancano, nè verranno a mancare.

Il chipset VIRTUS

Il chipset VIRTUS

Per esempio, un team di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore ha affermato di aver portato a termine la costruzione di un chipset, denominato VIRTUS, in grado di scambiare sino a 2GB di dati al secondo con gli altri dispositivi. Una velocità davvero mostruosa, ma bisognerà poi attendere la prova dei fatti per valutarne un impiego massiccio nella tecnologia di massa.

Non bisogna poi pensare ad uno sviluppo in senso necessariamente concorrenziale dei sistemi di trasmissione dati wireless, che molto probabilmente assumerà una forma assistenziale-collaborativa: un utente desidera infatti possedere una suite di strumenti che gli consenta di procedere in sicurezza e velocità, e una collaborazione tra NFC e Bluetooth potrebbe provvedere a soddisfare queste esigenze nel corto e nel lungo raggio. Solo il tempo potrà dirci se questa previsione si rivelerà esatta o meno.

 

 

Fonte :appelmo.com